Vi capita mai di pensare cosa fareste se sapeste di dover morire? Circolano continuamente per la rete queste e-mail “inoltra a tutti” sui consigli epocali di chi ha capito il senso della vita, sul vivere il presente perché il futuro è incerto, sull’usare i bicchieri buoni perché l’occasione speciale è oggi, visto che domani potresti morì. Ogni volta che li leggo penso tre cose:
1) ma vaffanculo
2) è proprio vero
3) io il presente lo vivo pure troppo
4) ma vaffanculo
Oggi però siamo in pieno zopilote riassuntivo, quando dici “quasi quasi mi piacerebbe morire ma giusto un mesetto così per vedere quali cose farei se sapessi di dover morire”
Ecco.
Ora vi dico cosa farei, perché oggi tanto non faccio altro che piangere pensando ai sospesi, e tanto vale buttarli giù da qualche parte. Credo che sia una questione di sensi di colpa, la maggiore piaga dell’umanità dopo la stupidità…
Andrei a fare un viaggio in uno di quei mari belli che ti riportano il senso delle cose.
Andrei a comprarmi subito una casa in cui mi sento a mio agio, almeno per morirci in pace.
Scriverei a un mucchio di gente:
Agli amici, uno per uno, perché c’è gente che veramente vale la pena di conoscere, ognuno per i suoi motivi, e ad ognuno vorrei dire i suoi
Alle amiche, perché non c’è parola che sia stata detta che non abbia gustato tra le labbra, e azione che sia stata fatta che non mi abbia portato Vita
A quelli di cui ho incrociato le vite, perché è stato carino fare un pezzetto, anche piccolissimo, di strada insieme
A francesco direi che sto arrivando, e mi tenesse un posto su quel treno accanto al finestrino, e stavolta può anche non ricordarsi dove ho messo le scarpe perché non ne avrò bisogno mai più
Ai miei, che non si preoccupassero, perché nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma e la mia vita è piena di cose buone anche grazie a loro quindi si trasformerà senz’altro in qualcosa di bello
A B. che mi dispiace di non aver potuto decidere di stare insieme per sempre, che è stato un viaggio bellissimo e che mi auguro che per lui lo sia sempre
A lei che mi dispiace di essere inciampata in un amore per la persona sbagliata, anzi giustissima ma inopportuna, e davvero mi dispiace che i salti della vita debbano essere sempre così dolorosi
A L. che è una sorpresa, e se ho paura è perché non me l’aspettavo. Che si può amare e tenere il passato anche facendo spazio al presente, perché dentro di lui c’è un sacco di spazio. Che non c’è bisogno di temere la vita che viene, perché è vero che i salti sono dolorosi ma non c’è niente di più bello.
Ai pazienti a cui ho fatto male senza accorgermi, per inesperienza o per arroganza, che mi perdonino ma funziona così, chi accetta la responsabilità di agire accetta l’errore e il senso di colpa che porta
Alle persone a cui sto facendo male con questa metamorfosi così lunga, che mi dispiace ma ormai è iniziata e staremo a vedere, e se dovessi diventare una persona che non gli piace più, non se la prendessero che in fondo le persone vanno e vengono.
Al mondo nei cui confronti mi sento sempre in difetto, scriverei che nessuno ha scelto di stare qua, per cui rendiamo la faccenda il più piacevole possibile per tutti, per favore.
A me scriverei che non c’è bisogno di piangere, che posso anche cominciare a calcolare i miei diritti, che non ho fatto niente di male per stare così, che posso anche iniziare a concedermi di essere felice, se ci riesco.
E poi andrei a vedere la thailandia, e la nuova zelanda, e la grotta dell’ostello di catania, il bovindo dell’ostello irlandese, il tram di milano, ofelia a londra, il burmester a porto, la sabbia di rimini, l’odore di ventotene, i colori della cappadocia, il vento in francia, i bambini che nascono in africa, l’aquilone dai fanculi, il sidro d’estate, farei altre mille foto in grecia, mangerei il pesce sul porto di spezia e passeggerei ancora nella neve di praga, farei un mosaico con i pezzi rotti delle mattonelle, andrei a salutare le mie querce, progetterei un giardino stupendo dove fare una festa a giugno, (alle 6 di sera che è sempre stato un orario importante vai a sapere perché.), mi butterei con il parapendio,… ( a questo punto è chiaro che dovrei saperlo con un certo anticipo, di dover morire, visto che per fare tutto questo mi ci vorrebbe un bel pò, e neanche avrei finito…)
E’ veramente uno strano periodo, questo. Grazie a quelli che ci sono, a quelli che non se la prendono se sto cambiando così tanto, a quelli che rispettano i silenzi. A chi ospita i miei momenti di riposo, e le confidenze esagerate. E a chi mi sta tenendo la mano stretta e mi accompagna in questo casino senza giudicare mai, e mi ripete che il dolore ad un certo punto finisce e si può essere veramente felici, e che intanto ho tutti i diritti del mondo.
Non ho finito, ma ho smesso di piangere. Non sto morendo, anzi me ne vado a riposare contando di svegliarmi fresca e riposata, domani. Dopotutto domani è un nuovo giorno, come dice la Mitchell.
minchia com'ero triste quel giorno lì.ho pianto così tanto che ho gli occhi asciuttissimi da giorni.comunque.Alla fine il nuovo giorno è arrivato, speriamo che duri: la mitchell non lo dice